giovedì 26 luglio 2012

ho visto cose che voi umani ecc. ecc. vol. 2

Che l'idiozia sia ormai un'epidemia diffusissima mi pare noto a tutti. Ma i picchi più alti, secondo me, si raggiungono nei rapporti di coppia. Una sera, (lo so che sembra "era una notte buia e tempestosa") uscendo con degli amici, ci siamo imbattuti in una coppia che litigava. E non era un litigio del tipo "sciocchino se non la smetti non ti do più baci", no, era più del tipo "sei una puttana e tu sei un cornuto impotente". Insomma, si lanciavano questi simpatici epiteti incuranti del mondo intorno e noi, popcorn alla mano come al cinema, stavamo lì ad osservare. Uno degli amici con cui ero ha detto ad un'altra amica, quale depositario di un sapere antichissimo, "lo vedi che succede a fidanzarsi?".
A quel punto mi sono sentita in dovere di svelargli l'arcana verità che da secoli viene protetta dai templari, il quarto segreto di fatima, la pietra filosofale delle verità: SIETE TUTTI IDIOTI. Ecco, quello che stavano facendo quei due era la rappresentazione perfetta dell'idiozia. Se stare assieme significa arrabbiarsi talmente da lanciarsi simili insulti e mancarsi talmente di rispetto... ecco, c'è una cosa semplicissima da fare, lasciarsi e trovare qualcuno con cui essere felici. Non è difficile. Se stare con qualcuno porta via tutte le energie e non ne restano poi per vivere, LASCIATEVI. Senza troppo generalizzare, io credo che se due, a trent'anni, stanno assieme e si odiano ogni giorno di più, non hanno bambini, non sono sposati... ecco, credo che a quel punto, restare assieme denota una profonda, quasi inarrivabile idiozia. Idiozia che si manifesta nello spendere i giorni a voler cambiare l'altro adeguandolo alle nostre esigenze. Quando sarebbe molto più salutare trovarne direttamente un altro che già abbia le nostre stesse esigenze e ci si adegua alla perfezione. E, anche avendo dei bambini, per la salute mentale di questi ultimi, sarebbe molto più saggio lasciarsi. Diceva il saggio Daisaku Ikeada (questo qui esiste davvero, ve lo giuro) "amarsi non è guardarsi negli occhi ma guardare nella stessa direzione". Non l'ho letto sui baci perugina. No, giuro che non è di Moccia. Lo ha detto questo meraviglioso ometto giapponese presidente di una religione diffusissima. Ecco, passate i giorni a scannarvi, a cercare di cambiarvi a vicenda, a recriminare, ricattare, fare i capricci. Poi non resta il tempo per tutto il resto. E qualcosa si dovrà pur costruire assieme. Che diamine.

sabato 14 luglio 2012

altre vite


- Tu lo sai che di fronte casa nostra c’è una vecchia che sta sempre affacciata alla finestra e urla?
- si lo so
- Ma secondo te, è pazza?
- eh, dipende dai punti di vista. Secondo me c’ha un sacco di storie da raccontare, solo che, siccome nessuno le ascolta più, ha deciso di urlarle. Qualcuno ci sarà che, passando sotto la sua finestra, la ascolta.
Secondo me, altro che pazza! Quella è un genio del crimine! Per esempio stamattina ho saputo che Orlando si era perso nelle campagne dove stavano le contadine. E ci ha messo quattro ore a tornare.
- chi è Orlando?
- e che ne so? Ancora non interagisco con la vecchia. Magari era suo marito.
- e s’è bevuta la storia che s’è perso nelle campagne?
- secondo me no, non se l’è bevuta. Altrimenti perché ha specificato che c’erano le contadine nelle campagne?
No, non se l’è bevuta affatto. Solo che una volta si faceva finta di nulla, si fingeva di credere alle storie che ti raccontavano i mariti.
- perché, ora che cosa è cambiato?
- oddio, ma quand’è che abbiamo smesso di credere nelle relazioni? Quand’è che siamo diventati così disillusi?
- quando Albano e Romina si sono lasciati. Vado a lavoro. Hai fatto il caffè?
- No, e non so neppure perché sono sveglio a quest’ora visto che non devo lavorare.
- Ok, mentre tu ti interroghi sulle recondite motivazioni della tua insonnia io vado. Sai, non vedo l’ora di arrivare in redazione e sentire i carabinieri per fare la conta dei morti del sabato notte.
- Yuhuuuu! Come ti invidio.


- Che ci fai ancora qua? Non eri andata a lavoro?
- Ma tu ti sei affacciato al balcone?
Ci sono 40 gradi là fuori, perché mi sarei dovuto affacciare?
-  Per ammirare lo stupendo capolavoro post adolescenziale che troneggia sul muro del palazzo di fronte. Altresì detto murales a te dedicato.
- In che senso?
- In senso verticale, sta sul muro.
- Idiota… in che senso un murales???
- Nel senso di enorme scritta tutta colorata fatta con le bombolette spray e tanti ghirigori che ai lettori di Moccia farebbe venire i lacrimoni.
- No vabbè ma stai scherzando vero? Cazzo, dobbiamo oliare queste ante del balcone che non si apre mai e lo dirò al proprietario di casa e… ommioddio
- Si, pensa, è la stessa cosa che ho urlato anche io in strada. Ommioddio. Tutto attaccato. La vecchia ha risposto che dio è un’invenzione del clero, e che i preti sono tutti falsi. E che il parroco del suo paese se la faceva con la vedova di pasquale.
- Ma chi è pasquale? Ma che cazzo di domande faccio? Ma chi cazzo lo ha fatto ‘sto murales?
- Uh, sono felice di notare i risultati dei tuoi studi alla Sorbona nel forbito e fine linguaggio che ti contraddistingue.
- Vai a cagare.
- Non posso, faccio tardi a lavoro. In ogni caso c’è una telefonata per te.
- Chi è?
- La tua adolescenza. Vuole indietro il cd degli 883 che hai nascosto. Altrimenti non si spiega perché proprio quella frase sul murales.  “Non ho nessun rimpianto” è un plagio bell’e buono.
- Stai facendo tardi a lavoro.
Lo so, ma questo è più divertente… Ok,ok, non mi guardare così, vado a lavoro. È avanzata della vernice di quando abbiamo fatto imbiancare casa. Nel caso tu voglia metterti in testa un cappellino di fogli di giornale ed andare a coprire quel capolavoro di arte contemporanea.

giovedì 12 luglio 2012

la crisi del 32esimo anno

Secondo me è come quando quegli uomini di mezza età si fanno crescere i capelli e si comprano una decappottabile, e poi magari si fanno fare un tatuaggio. Io i tatuaggi li ho già, i capelli lunghi pure, i soldi per la decappottabile no, ma del resto, non sono un uomo di mezza età. No, nonostante la foto possa trarre in inganno, giuro che non lo sono. Ma ogni tanto rivorrei i miei pocopiùcheventanni. Non tutte le cose che avevo a pocopiùcheventanni. Solo l'età diciamo. Cioè, quella sensazione che mi faceva dire "vabbè, ho pocopiùcheventanni, ho un sacco di tempo ancora per fare quello che mi pare" invece di quella che mi fa pensare "ho già 32 anni ecc. ecc." ove per "ecc ecc" si intenda: non sono diventata una scrittrice come volevo, non ho viaggiato per tutto il mondo, non sono diventata una ballerina come volevo all'asilo, non sono diventata architetto come volevo alle scuole medie, non sono diventata giornalista di viaggi come sognavo poi all'università. Vabbè, per la storia della ballerina ci ho rinunciato subito, causa la corporatura leggiadra e la grazia di un teletubbies. Intendiamoci, non è che tutto quello che ho ora non mi piaccia. Il mio compagno e la nostra casa con cane annesso mi piacciono assai, non ce li avevo a pocopiùcheventanni, nè vorrei essere come ero allora visto che ero una deficiente piena di piercing coi capelli rosa (si perchè il mondo è cattivo, io sono controcorrente, coi miei piercing e i miei tatuaggi cambierò il mondo) ma vorrei avere quell'età e quello che ho adesso. Vista la crisi dei 32 anni, e visto che non mi posso permettere di avere la decappottabile, mi riprendo una cosa che avevo a pocopiùcheventanni. Un blog. che ora è un mezzo abbastanza vintage, mi rendo conto. Ma sarà la mia decappottabile. E poi forse mi rifarò i capelli rosa. Il rosa cambierà il mondo.